JoyPad, il guanto smart che salva dagli infortuni

Articolo tratto dal Corriere della sera del 15 Novembre 2019

Autore : Massimiliano Del Barba

Progettato dalla Antis di Borgosatollo, nasconde un cuore tecnologico che permette di lanciare un allarme in caso di malore o infortunio del lavoratore

«Sono venticinque anni che ci occupiamo di antinfortunistica qui alla Antis di Borgosatollo. La nostra missione è far tornare i lavoratori a casa la sera. Lo abbiamo sempre fatto utilizzando soluzioni tradizionali, poi, dopo un viaggio in Cina, abbiamo compreso quanto il digitale avrebbe potuto cambiare le regole del gioco e, se utilizzato bene, migliorare la qualità della vita, e soprattutto i livelli di sicurezza, nelle aziende nostre clienti. Ecco perché è nata Pad, la nostra controllata specializzata nella produzione di guanti e attrezzature smart».

A Parlare è Giancarlo Pesce, responsabile R&D dell’azienda controllata dai fratelli Riccardo e Alessandro Paderno, nei giorni scorsi impegnato a Bologna alla Fiera Ambiente Lavoro dove ha presentato in anteprima JoyPad, un guanto da lavoro che al suo interno nasconde un accelerometro e un rilevatore della frequenza cardiaca. «Attraverso la collaborazione con un team di medici qualificati che ci forniscono i protocolli per i range dei battiti cardiaci — spiega Pesce — il nostro guanto è in grado di capire e lanciare l’allarme quando un uomo cade a terra perché colpito da malore o infortunatosi». Un notevole vantaggio, se si pensa che spesso la variabile principale degli interventi di emergenza è il tempo.

«Il guanto — prosegue il manager — non diventa altro che lo strumento che porta l’hardware. E’ un vettore che permette di mantenere sul polso il sensore che misura la frequenza cardiaca, ma è solo uno degli strumenti di prevenzione smart che stiamo implementando».

In effetti la gamma di Pad spazia anche ai caschi e agli occhiali. «L’idea è quella che i nostri prodotti antinfortunistici possano parlare fra loro. Nelle nostre fabbriche ci sono ad esempio molti lavoratori stranieri, che spesso faticano a comprendere il nostro idioma e quindi a leggere e rispettare correttamente le regole di approccio ai macchinari oppure di accesso a determinate aree sensibili o pericolose. Dotando questi dispositivi di trasmettitori Rfid (Radio-frequency identification, una tecnologia per l’identificazione e la memorizzazione automatica delle informazioni, ndr) è possibile inibire o acconsentire l’accesso a determinate aree. Ancora, se un lavoratore dovesse non indossare una protezione, la mancanza di segnale Rfid può vietare l’accesso del lavoratore al cantiere o allo stabilimento».

Il guanto smart ricorda però da vicino il braccialetto elettronico la cui introduzione ha creato non pochi problemi ad Amazon. «Noi non controlliamo nessuno — tiene a sottolineare Pesce — e le nostre tecnologie sono state implementate con il benestare e la collaborazione attiva delle sigle sindacali e dei rappresentati dei lavoratori nelle fabbriche dei nostri clienti».

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